Laveronica viene fondata nel 2007 a Modica, in Sicilia, da Corrado Gugliotta. Fin dall’inizio, la galleria lavora con artisti che indagano la condizione umana, sia nella dimensione pubblica e politica che nelle riflessioni di carattere più intimo, legate alla sfera privata.
Laveronica ha al suo attivo un intenso programma di mostre personali e collettive di artisti italiani e internazionali, spesso presentati per la prima volta al pubblico italiano. Opere degli artisti della galleria sono state esposte e acquisite dai musei più importanti del mondo.
Parallelamente, dato il forte legame con il territorio in cui opera, la galleria è da sempre interessata a progetti partecipativi nello spazio pubblico, sforzandosi di attraversare i confini del sistema dell’arte per collaborare con scrittori, filosofi, sociologi, musicisti, compagnie teatrali, attivisti, scuole, associazioni ed enti non profit. Laveronica oggi è costituita dai suoi artisti, dai suoi collaboratori, da tanti amici e sostenitori che portano avanti, insieme al gallerista, questo progetto di comunità nel sud-est siciliano.
Mostre
Città
Mostra
Data
Modica
Propaganda Works, Tom Estrera III (Concerned Artists of the Philippines), Dora Garcia, Igor Grubic, Grupo Etcétera, Adelita Husni Bey, Golrokh Nafisi, Daniela Ortiz, Didem Pekün, Rojava Film Commune, Jonas Staal
Fino al 23.12.2024
“Da sempre, penso che sia importante non separare mai la mia visione della società dal mio lavoro.”
In conversazione con Corrado Gugliotta, Laveronica arte contemporanea
Perché hai scelto questa città?
Modica è un luogo unico, ricco di storia e cultura. Un teatro a cielo aperto. Fondare la galleria nella mia città è stato naturale. Oggi ricevo tante visite dagli amici del mondo dell’arte e mi piace fare scoprire questo gioiello barocco dichiarato sito patrimonio dell’umanità dall’Unesco. Penso che il tempo abbia premiato il mio amore per questo territorio e la mia natura di combattente.
Il tuo programma: di che tipo di arte ti occupi?
La coerenza del mio programma per me è fondamentale. Gli artisti che rappresento indagano la condizione umana, sia negli aspetti più intimi e personali che in quelli più pubblici e politici. La mia ricerca si sviluppa attraverso un dialogo quotidiano e serrato con loro. Da sempre, penso che sia importante non separare mai la mia visione della società dal mio lavoro.
Ci sono iniziative sociali, ambientali o educative collegate all’arte che hai intrapreso recentemente o alle quali ti vorresti dedicare in futuro?
L’uso dello spazio pubblico, celebrato in una serie di memorabili eventi, l’interazione con la comunità dove vivo, anche attraverso una serie di collaborazioni con associazioni locali, sono elementi che hanno caratterizzato la vita della galleria. L’episodio di cui vado più orgoglioso è probabilmente Artists Against MUOS, una mostra che ha dato spazio e voce agli artisti-attivisti in lotta contro la colonizzazione del nostro territorio.
Scegli un’opera da portare con te sull’isola deserta.
Non mi piace stare da solo e amo trovarmi in mezzo alla gente. L’idea di un’isola deserta mi fa venire in mente un’opera di Félix González-Torres, Untitled (Portrait of Ross in L.A.), un ammasso di settantacinque chili di caramelle. Un lavoro che racconta la sua straziante solitudine, la perdita della persona amata e un amore che diventa universale. Un’opera che si consuma come la vita.
Come immagini la tua galleria tra dieci anni?
La immagino come una comunità di artisti, amici collezionisti e operatori dell’arte che condividono con me l’amore per questo progetto nato più di tredici anni fa. Spero continui a essere un luogo di discussione, di confronto e un posto da cui partire per scoprire il mondo com’è stato in questi anni. Mi auguro infine che la galleria mi continui a regalare la passione e il commitment quotidiano che metto ogni giorno metto nel mio lavoro.