La galleria SECCI è stata fondata a Firenze nel 2013. Da allora, ha sempre cercato di essere un incubatore per la creatività artistica attraverso un approccio curatoriale rigoroso, collaborazioni e partnership internazionali, e il coinvolgimento di critici e curatori nell’ideazione delle mostre.
Nel 2021, la galleria ha aperto le porte alle avanguardie del dopoguerra con un’ampia retrospettiva dedicata a Titina Maselli, evento che ha segnato l’inizio di importanti collaborazioni con i principali archivi d’artista in Italia. Attualmente la galleria presenta e sviluppa un programma multidisciplinare di arte moderna e contemporanea, assecondando la natura trasversale dell’arte stessa.
Allo spazio fiorentino, situato nell’edificio storico del XV secolo Palazzo Ricasoli, nel 2021 SECCI ha affiancato una seconda sede, nel cuore di Milano, ampliando la sua proposta espositiva con progetti ambiziosi e site-specific.
Mostre
Città
Mostra
Data
Milano
For a Bestial Poetics, Chico da Silva, Jordy Kerwick
Fino al 08.02.2025
“Selezioniamo gli artisti al fine di creare dialoghi proficui e inediti tra quelli più giovani e artisti storici che non hanno necessariamente avuto dal mercato il giusto riconoscimento.”
Sara Cirillo, Senior Director Secci Gallery.
In conversazione con Sara Cirillo, Secci Gallery
Come avete scelto le sedi della galleria?
La storica sede della galleria è stata fondata a Firenze nel 2013, un omaggio alla città natia del gallerista, Eduardo Secci. Una città complessa per l’arte contemporanea, che però ci ha permesso di adottare un approccio più libero e per certi versi coraggioso. L’apertura di Milano, invece, ci ha consentito di ampliare la nostra vocazione per una programmazione ibrida. La sede di via Olmetto 1, affacciata su Piazza Sant’Alessandro, è suddivisa in due ampi spazi; una disposizione che permette una maggiore flessibilità e possibilità di sperimentazione, e che risponde ad una volontà di radicamento nell’humus della città di Milano, epicentro dell’arte contemporanea.
Quali sono i criteri di selezione degli artisti che rappresentate?
Dopo la retrospettiva dedicata alla grande artista Titina Maselli (2021), la nostra scelta si è naturalmente orientata tanto a una valorizzazione degli artisti che già rappresentiamo, quanto alla collaborazione con alcuni importati archivi d’artista, come Giò Pomodoro, Concetto Pozzati e Joan Witek. Selezioniamo gli artisti al fine di creare dialoghi proficui e inediti tra quelli più giovani e artisti storici che non hanno necessariamente avuto dal mercato il giusto riconoscimento.
Quali sono le tue previsioni sul futuro del sistema dell’arte nel settore di cui ti occupi?
Il sistema dell’arte contemporanea è sempre stato insidioso ma resiliente. Penso si assisterà a una tendenza, peraltro già in atto, di sempre maggiore complessità e attenzione alle istanze dell’inclusività. L’ultra-contemporaneo rimarrà un segmento di mercato importante; in tutto questo, la galleria deve rispondere a un ruolo di ricerca scientifica rigorosa e di estrema qualità.
Un’istituzione italiana alla quale sei particolarmente legata, un progetto che vuoi ricordare?
Alla Triennale di Milano abbiamo trovato uno spazio dedito allo sviluppo di ricerche complesse e siamo stati contenti di partecipare, appena arrivati in città, alla cruciale 23 Esposizione Internazionale di questa istituzione, intitolata Unknown Unknowns, che ha cercato di rispondere a una serie di domande su quello che ancora “non sappiamo di non sapere” e sul concetto di ignoto in diversi ambiti: dall’evoluzione della città agli oceani, dalla genetica all’astrofisica.
Scegli un’opera da portare con te sull’isola deserta.
Una Fine di Dio di Lucio Fontana. Mai “un atto di fede” così inconcepibile, nonostante ce ne siano stati nella storia dell’arte, ha sconvolto a tal punto la mia percezione del mondo.