Qual è il tuo background?
Ho una laurea in Storia dell’arte e un master per Curatore di Musei d’Arte e Architettura Contemporanea conseguiti entrambi all’università di Roma La Sapienza. Mi sono occupata di archiviazione e catalogazione all’ICCD e poi sono stata assistente di galleria. Per diversi anni ho seguito la collezione di Giovanni Giuliani, prima che istituisse la Fondazione Giuliani.
Quando e come hai fondato la tua galleria?
Ho fondato la galleria nel 2008 a Salerno, città dove sono nata e dove sono rimasta sette anni. La mia famiglia mi ha sempre sostenuta. Mio padre è un imprenditore, e grazie a lui ho capito che potevo fare impresa, rispettando la tradizione di famiglia, ma attraverso la promozione e il sostegno dell’arte. La galleria è la sintesi delle esperienze che ho vissuto: professionali, ma anche umane.
Parlaci dello spazio che hai scelto per la tua galleria e il contesto nel quale è inserito.
La mia galleria è al primo piano di Palazzo De Sangro di Vietri, nel Centro Storico di Napoli. È vicino al Madre, alla Fondazione Morra Greco e alla Fondazione Morra, volendo citare solo le istituzioni di arte contemporanea. Al secondo piano, nello stesso palazzo, c’è la galleria Alfonso Artiaco.
Gli artisti adorano lo spazio e il contesto in cui è inserito, e questa per me è la cosa più importante.
Il tuo programma: di che tipo di arte ti occupi?
Lavoro principalmente con artisti delle ultime generazioni con un’attitudine alla sperimentazione e alla ricerca. Mi interessano le interferenze tra le arti visive e altri campi del sapere. Ricerco gli artisti attraverso programmi di residenza e mostre. Spesso sono gli artisti che rappresento a indicarmene altri, il cui lavoro non manco mai di approfondire.
Ricordi la tua prima visita in una galleria?
Era il 1993 alla Galleria Verrengia per la mostra di Achille Perilli. Fu la mia professoressa di storia dell’arte del liceo a consigliarmi di andare. Mi disse che probabilmente l’artista sarebbe stato lì. Non avevo mai incontrato un artista. Avevo un po’ di vergogna, quindi mi feci accompagnare dal mio compagno di banco. Andò benissimo, anche se Perilli, purtroppo, non c’era.