È il 1978 quando la nostra galleria entra nel mondo dell’antiquariato, nell’ambito specialistico del disegno. Da quella data, e per più di un decennio almeno, la Carlo Virgilio & C. ha significato, soprattutto in Italia, “disegno ottocentesco”, all’epoca ancora fortemente sottovalutato – e che, per essere del XIX secolo, tra neoclassico e romantico e prevalentemente “romano”, non a torto si dice “accademico”.
Poi le cose sono lentamente cambiate, complice il mutamento del gusto, le occasioni imperdibili (come l’inedito corpus di piccoli olii di Anton Sminck Pitloo, oggi nelle raccolte Intesa), e l’arrivo di nuovi soci e collaboratori. Forze giovani e valide che ci hanno consentito di affrontare, oltre al disegno, pittura, scultura e talvolta persino oggetti rari e stravaganti. Si è ampliato il nostro arco temporale, rafforzata l’immagine internazionale (con la sede londinese, al 59 di Jermyn Street, per l’esattezza), ed è cresciuta la nostra presenza alle fiere, tra New York, Firenze, Maastricht, Parigi e altrove. Sono arrivati nuovi collezionisti, sia pubblici che privati, da più parti del mondo: dalla Neva al Potomac, potremmo dire, volendo indicare con orgoglio gli attuali confini.