Si può iniziare a parlare di Storia, anche per una galleria d’arte, solo quando è passato molto tempo. Purtroppo le gallerie durano poco. Se mi guardo indietro e cerco di ricordare i nomi delle gallerie, questi sfumano nell’indistinto. Sovente una buona galleria ha vita breve, a volte una pessima ha vita lunga. Difficile è tenere a lungo sulla qualità. Penso di poter dire che la galleria che porta il mio nome sia riuscita a tenere alto il livello dello scontro, dal 1973 a oggi. Quale alchimia serve per vincere la gara contro il tempo? Tempus fugit, certo, ma oggi più che la fuga conta il continuo cambiamento di scenario.

L’arte trasmuta da un’attitudine all’altra. Come inseguire gli ismi, le novità, i cambiamenti? Ognuno di noi se è stato profondamente partecipe di una idea trova difficoltà ad ammettere che il suo esatto contrario abbia identico valore, eppure così va il mondo e per dare testimonianza di questo continuum contraddittorio un gallerista deve affidare il compito di scegliere ad altri da sé.

E così la MASSIMO MININI si trasforma piano piano in FRANCESCA MININI. Ma poi la vecchia espone i giovani della nuova … e la giovane galleria espone gli storicizzati. Il mazzo mischia le carte, chi farà poker?