Yan Pei-Ming, L’Ultimo Sorriso, Le Dernier Sourire, The Last Smile, 2019, exhibition view, Massimo De Carlo Milano/Belgioioso. Courtesy Massimo De Carlo, Milano / London / Hong Kong. Foto: Roberto Marossi
Sedi
Massimo De Carlo MILANO / LOMBARDIA
Casa Corbellini-Wassermann
viale Lombardia 17
20131 Milano
Massimo De Carlo MILANO / BELGIOIOSO
piazza Belgioioso 2
20121 Milano
Massimo De Carlo LONDON
55 South Audley Street
W1K 2QH Londra
Regno Unito
Massimo De Carlo HONG KONG
12 Pedder Street - 3f Pedder Building
Central, Hong Kong
Fondata a Milano nel 1987, da oltre trent’anni la galleria Massimo De Carlo svolge un ruolo primario nel promuovere artisti italiani al pubblico estero, e nel portare le voci più interessanti dell’arte internazionale in Italia, incoraggiando un dialogo vitale tra artisti, istituzioni, critici, curatori e collezionisti.
Massimo De Carlo Milano/Lombardia – Casa Corbellini-Wassermann. Courtesy Massimo De Carlo, Milan / London / Hong Kong. Foto: Delfino Sisto Legnani e Marco Cappelletti
Negli anni, gli artisti rappresentati dalla galleria hanno ottenuto riconoscimenti internazionali, sono stati esposti in musei e biennali prestigiosi e le loro opere hanno guadagnato un posto di rilievo nelle più importanti collezioni pubbliche e private. Dopo aver aperto uno spazio a Londra nel 2009 e uno a Hong Kong a inizio 2016, nello stesso anno Massimo De Carlo inaugura il secondo spazio milanese a Palazzo Belgioioso, nel cuore della città. Il palazzo, ultimato nel 1787, è opera di Francesco Piermarini, maggiore esponente dell’architettura neoclassica in città.
Massimo De Carlo, Milano/Belgioioso. Courtesy Massimo De Carlo, Milan / London / Hong Kong. Foto: Giovanni Silva
Nel 2019, Massimo De Carlo inaugura la nuova sede principale di Milano presso Casa Corbellini-Wassermann, straordinario edificio del XX secolo realizzato dall’architetto Piero Portaluppi, proseguendo così un progetto che vuole dedicare all’arte contemporanea luoghi storici di grande personalità.
Tomoo Gokita, Game Over, 2020, exhibition view, Massimo De Carlo, Milano/Lombardia. Courtesy Massimo De Carlo, Milan / London / Hong Kong. Foto: Roberto Marossi
Mostre
Città
Mostra
Data
Milano
Perhaps An Asteroid Hit, Brian Rochefort
Fino a 21.03.2021
Milano
Bodywork: Discomfort and Existence, Pina Bausch, Jordan Casteel, Shannon Cartier Lucy, Aaron Garber-Maikovska, Sayre Gomez, Johannes Kahrs, Bruce Nauman, Carol Rama, Kathleen Ryan, Kaari Upson
Fino a 17.04.2021
“Da Rudolf Stingel ho imparato che senza l’artista il sistema dell’arte non esiste.”
Massimo De Carlo. Courtesy Massimo De Carlo, Milan / London / Hong Kong. Foto: Pasquale Abbattista
In conversazione con Massimo De Carlo, Galleria Massimo De Carlo
Qual è il valore offerto alla società contemporanea dall’arte in mostra nelle gallerie? Quale il ruolo rivestito da un* gallerista in Italia oggi?
La galleria è il primo approdo dell’arte fuori dallo studio dell’artista e la capacità di guardare e selezionare con l’artista le idee e le opere migliori rimane, per me, il più importante valore aggiunto del gallerista nel sistema. Soltanto una relazione continuativa e duratura con gli artisti consente di rappresentare la loro opera in modo coerente e con la convinzione necessaria a farli emergere nella società e nel mercato.
Com’è iniziato il tuo percorso nell’arte?
Sono arrivato all’arte contemporanea dalla musica, da appassionato della sperimentazione jazz. I legami tra la musica e la cultura visiva mi hanno spinto prima a approfondire, e poi, non che lo avessi programmato, a farne una professione. La frequentazione di grandi musicisti mi ha aiutato molto a capire le istanze degli artisti e le loro ambizioni. Il lavoro ha fatto il resto.
Tomoo Gokita, Game Over, 2020, exhibition view, Massimo De Carlo, Milano/Lombardia. Courtesy Massimo De Carlo, Milan / London / Hong Kong. Foto: Roberto Marossi
Quando e come hai fondato la tua galleria?
Ho aperto la galleria alla fine degli anni ’80, quando le vendite dell’arte contemporanea erano così scarse che ciascuna meritava una celebrazione. Il sistema dell’arte aveva poco da spartire con la versione adrenalinica, bulimica, ipercomunicativa che abbiamo vissuto negli ultimi anni. Ho aperto con una mostra di Olivier Mosset: sono orgoglioso di rappresentarlo ancora oggi, a oltre trent’anni di distanza.
Parlaci dello spazio che hai scelto per la tua galleria e il contesto nel quale è inserito.
La mia priorità è offrire agli artisti spazi speciali e opportunità di sperimentazione e di sfida. Da molti anni ho abbandonato il white cube per offrire loro scenari più ricchi di significati e di stratificazioni – anche visive. Il nuovo quartier generale a Milano a Casa Corbellini-Wassermann di Portaluppi ne è l’esempio più eclatante, rafforzato dalle altre sedi e dall’ultimo progetto di galleria virtuale, il VSpace.
Qualcosa di importante che hai imparato da un* artista?
Gli artisti sono maestri discontinui. Però: da Maurizio Cattelan, ho imparato che l’arte senza comunicazione non esiste. Da Rudolf Stingel ho imparato che senza l’artista (e senza che la sua centralità venga continuamente riconosciuta e ricordata) il sistema dell’arte non esiste.