Il Battistero di San Giovanni alle Fonti: alla ricerca di una Milano nascosta

Il Battistero di San Giovanni alle Fonti visibile durante gli scavi per la metropolitana in piazza del Duomo, Milano, 1960.

Il pudore con cui Milano custodisce i propri capolavori e la propria storia, per molto tempo mi ha fatto quasi tenerezza, mi appariva una virtù conservata con un garbo e un’educazione d’altri tempi. Oggi invece, in un mondo che ostenta il nulla ed eleva l’ignoranza a virtù, provo rabbia: Milano – come tutta l’Italia – ha il dovere di svelarsi per affermare la propria bellezza e riprendersi il posto che merita nella storia e nel presente.

Percorrendo i corridoi della metropolitana presso la fermata Duomo, si scorge attraverso alcune vetrate un’area archeologica che racconta una pagina dimenticata della storia di questa città.

Siamo nell’epoca in cui Milano è capitale dell’Impero Romano d’Occidente, qualche decennio dopo l’editto di Milano (313 d.C.). Esattamente nel 387 d.C., in questo luogo, Sant’Ambrogio battezza Sant’Agostino. L’importanza dell’episodio va oltre l’aspetto religioso in quanto Ambrogio e Agostino (ometto volutamente il titolo religioso), oltre a essere due dei quattro “dottori della Chiesa Occidentale”, sono indiscutibilmente figure di primissimo piano nella storia del nostro pensiero; non è infatti un caso che entrambi vengano battezzati in età adulta e dopo una lunga formazione laica, spesso lontano dagli insegnamenti cristiani.

Ambrogio nasce a Treviri, in Germania, da un’importante famiglia di origini romane, mentre Agostino nasce a Tegaste in Nordafrica a metà strada tra le odierne Tunisi e Algeri, ma è proprio a Milano che i due si incontrano ed esattamente lì, sotto il sagrato del Duomo, di fianco al corridoio che ogni giorno migliaia di ignare persone percorrono, è passata la Storia con la “S” maiuscola: la storia del pensiero e della filosofia, la storia di un uomo partito dalla Mitteleuropa e di un uomo partito dal Nordafrica che, oltre sedici secoli fa, hanno prodotto un pensiero che ancora oggi risiede alla base dell’identità di tutto il mondo occidentale.

Ridurre ciò a un episodio della storia del Cristianesimo sarebbe oltremodo errato. Si trattava di due uomini inquieti, alla ricerca della Verità, che hanno percorso migliaia di chilometri prima di incontrarsi. Un’unione che è anche la rappresentazione del ruolo fondamentale di Milano già in età antica, e della sua vivacità intellettuale e morale in un mondo alla ricerca di un nuovo ordine.

La straordinaria bellezza di questo luogo non risiede dunque nella forma ottagonale, nei dettagli architettonici ormai solo immaginabili o nei decori dei pavimenti, proprio perché la bellezza, quella vera, scaturisce dal senso e questo luogo ne è straordinariamente ricco.

Il Battistero di San Giovanni alle Fonti, questo è il suo nome, a cui si accede dall’interno della Cattedrale, è collocato oggi tra il Duomo e il Museo del Novecento. Percorrendo pochi metri si può passare in un attimo dall’arte paleocristiana ai movimenti artistici del Novecento, sempre alla ricerca del Vero e del Bello.

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