Chi passeggia per il lungomare degli artisti ad Albissola Marina tra i mosaici di Jorn, Capogrossi e Fontana, non potrà fare a meno di notare, dirigendosi verso Albisola Superiore, un edificio che porta l’insegna “Ceramiche Mazzotti”.
Colpiscono i volumi dolcemente curvati ma dai contrasti netti, le superfici punteggiate da finestre, pensiline e balaustre di dimensioni e forme diverse e i loro colori ne fanno un tutt’uno con il lungomare.
“Ho scelto tre toni: paglierino (quasi bianco) per l’avancorpo del negozio che spicchi bene nel complesso plastico della casa d’abitazione, invece in tinta grigio blu, sulla quale la torre della scala, che si incastra nel blocco centrale, è tinteggiata tutta in giallo terra o viceversa.” – Estratto da una lettera di N. Diulgheroff a Tullio Mazzotti, 26 luglio 1932
Casa Mazzotti, progettata nei primi anni ’30 dall’architetto bulgaro Nicolaj Diulgheroff, aveva lo scopo di riunire in un unico edifico la residenza, l’atelier e il negozio di Tullio Mazzotti, dell’omonimo laboratorio di ceramiche. La palazzina rappresenta un vero unicum nel panorama architettonico europeo: si tratta infatti dell’ultimo esempio di abitazione d’impronta futurista giunto intatto sino ad oggi.
Il progetto di questa residenza fu – ed è tutt’ora – avanguardistico nella progettazione e nella realizzazione: un luogo dove poter conciliare vita e lavoro, cicli naturali e creativi. Il design di Diulgheroff, intriso di spirito futurista, investì ogni aspetto della realizzazione dell’edificio: dalle fantasie pavimentali agli scaffali espositivi del negozio, dettagli che ancora oggi è possibile apprezzare.
Senza dubbio Tullio Mazzotti è maggiormente noto con il suo pseudonimo, suggeritogli da Marinetti, di Tullio d’Albisola: con questo nome firmò le ceramiche, le sculture e le poesie che ne hanno fatto un personaggio di rilievo della storia dell’arte italiana. Il forno delle Ceramiche Mazzotti, cuore di questo connubio tra arte e vita, rappresentò infatti l’elemento di continuità tra il secondo futurismo e le sperimentazioni spazialiste, informali e nucleari degli anni ’50 e ’60, tra Depero, Martini, Fontana e Manzoni.
A distanza di quasi cento anni, Casa Mazzotti riveste ancora tutte le funzioni per le quali era stata ideata: è abitazione della famiglia Mazzotti, laboratorio, negozio e oggi anche archivio di Tullio d’Albisola.