Situato nel cuore pulsante di Bologna, in Piazza Galvani, l’Archiginnasio rappresenta una delle testimonianze più vivide della tradizione accademica bolognese. Costruito tra il 1562 e il 1563 per volontà del cardinale Carlo Borromeo e progettato dall’architetto Antonio Morandi (detto “il Terribilia”), il Palazzo dell’Archiginnasio fu il primo edificio a ospitare la sede principale dell’Università di Bologna, una delle più antiche università al mondo. Le mura di questo luogo sembrano sussurrare le voci delle grandi menti del passato, che qui si riunivano per dibattere e ampliare le frontiere della conoscenza umana.
L’Archiginnasio, inoltre, custodisce al suo interno un vero e proprio tesoro: il Teatro Anatomico, realizzato nel 1637 da un pupillo dei Carracci, l’architetto bolognese Antonio Paolucci, conosciuto come “il Levanti”. Questa sala, che riprende a livello architettonico la struttura di un anfiteatro, accoglieva gli aspiranti medici che assistevano alle lezioni di anatomia, esplorando i misteri del corpo umano. Rivestito in legno di abete rosso e arricchito da statue di illustri medici dell’antichità, il Teatro Anatomico ospita le celebri sculture degli “Spellati” di Ercole Lelli, figure umane che mostrano intricati dettagli muscolari e tendinei con una precisione, per l’appunto, “chirurgica”. Questi ultimi, allo stesso tempo, sembrano anch’essi spettatori delle dissezioni che avvenivano all’interno di quest’aula, quasi a voler simboleggiare che la conoscenza sia frutto di un viaggio in cui, per conoscere l’altro, è necessario spogliare se stessi. Così, l’intera composizione della sala rivela non solo una funzione paideutica, ma anche un profondo simbolismo che celebra la conquista del sapere attraverso lo studio e l’osservazione.
Percorrere i corridoi dell’Archiginnasio e sostare nel Teatro Anatomico è come aprire un libro di storia che racconta capitoli di scoperte e rivoluzioni scientifiche, una memoria vivente che continua a risuonare nell’animo di chi ha la fortuna di visitarla. Un posto che rappresenta non solo la storia universitaria bolognese ma anche l’anima curiosa e inesauribile della città stessa.