Guardando antiche foto di Capri si vedono bellissimi filari di ulivo sui caratteristici terrazzamenti con muretti a secco digradanti verso il mare: raccontano l’identità, tutta mediterranea, dell’isola delle Sirene, dove la produzione di olio ha una storia millenaria.
Il boom turistico degli anni ’50 aveva, purtroppo, quasi cancellato le tracce di questa antica vocazione agricola del territorio, ma oggi, grazie allo spirito ecologista di alcuni imprenditori illuminati, la comunità è riuscita a ritrovare l’orgoglio delle proprie radici sospese fra mare e terra.

Sono stati recuperati e ripiantati circa 50.000 ulivi, e dal 2014 gli agricoltori locali si sono uniti nel progetto L’Oro di Capri, riuscendo a produrre un olio extravergine al 100% biologico dal gusto straordinario. Tutta la comunità partecipa a questo progetto di agricoltura sostenibile, e gli studenti dell’isola sono coinvolti nella piantumazione di nuovi alberi per rafforzare la loro coscienza ambientalista.

In questa operazione all’insegna della difesa della Natura in senso ecologista e insieme antropologico, l’olio è diventato un attivatore di energia culturale e di più intensi rapporti umani: una risorsa fondamentale per il futuro. Anche Joseph Beuys avrebbe apprezzato, avendo molto amato l’isola azzurra dove ha realizzato alcune opere iconiche come La rivoluzione siamo noi e Capri-Batterie.
