Sulla costa dei trabocchi

Trabocco Turchino, San Vito Chietino, Chieti. Foto: Claudia Di Donato

La posizione di Pescara permette di dividersi facilmente tra le due anime abruzzesi: quella interna, selvaggia e misteriosa, delle montagne appenniniche, e quella costiera e della cultura marinara, solare e accogliente.

Quando, tra queste due anime, è il mare a invitarti, puoi trovare il contatto profondo con la natura incontaminata lungo un preciso fazzoletto di costa, quello dei trabocchi.

I trabocchi sono arcaiche macchine da pesca su palafitte di legno, “simili a ragni colossali” come li descriveva Gabriele D’Annunzio, che si protendono sull’acqua e si susseguono da Ortona a Vasto.

Hanno nomi che sembrano provenire da fiabe antiche: il Trabocco Turchino a San Vito Chietino è tra i più antichi e affascinanti, poi Punta Cavalluccio, Punta Rocciosa, Punta Isolata, fino a Punta Aderci, il cui promontorio offre un panorama indimenticabile.

Trabocchi
Armin Linke, Trabocco fishing structure, Vasto, Italy, 2019. Courtesy l’artista e Vistamare/Vistamarestudio, Pescara/Milano

Negli ultimi anni è stata creata la Via Verde dei Trabocchi, una ciclopedonale litoranea di quarantadue chilometri che incatena tutte queste strutture immerse tra le ginestre, facendoti ritrovare faccia a faccia con il mare, che sia impetuoso o calmo e placido.

Durante una passeggiata al tramonto, d’estate, seguita magari da una cena in uno dei trabocchi riconvertiti in eccellenti trattorie di pesce, puoi letteralmente immergerti negli azzurri e nei rosa del cielo e del mare, che si fondono all’orizzonte in infinite sfumature.

Punta Aderci, Vasto (CH), vista del trabocco e del promontorio. Foto: Claudia Di Donato

Scopri altri tips che parlano di

AbruzzoEnogastronomiaItinerariMare