Piazza Santo Spirito è il centro della vita notturna fiorentina. Con lo sfondo della facciata metafisica (1792) della Basilica che ne è il simbolo, è conosciuta da tutti gli appassionati di vita d’arte e di vita notturna. Pochi sanno però che sul lato sinistro della chiesa vi è un tesoro nascosto.

L’antico cenacolo trecentesco ospita infatti uno dei più deliziosi e celati musei di tutta la città: la Fondazione Salvatore Romano. Questo straordinario antiquario donò nel 1946 parte dei suoi capolavori alla città di Firenze affinché fossero esposti nel cenacolo di Santo Spirito con lo sfondo dell’affresco dell’Ultima Cena eseguito nel 1360 ca. dal pittore Nardo di Cione, detto l’Orcagna, insieme a suo fratello Andrea.

Il museo raccoglie una collezione di sculture medievali e rinascimentali oltre a mobili e dipinti. La disposizione voluta dall’antiquario stesso, che vi è addirittura tumulato in un enorme sarcofago in pietra, è improntata a una visione geometrica e prospettica. Quello che si respira all’interno della grandissima stanza dal soffitto a capriate è una sensazione di equilibrio, dove al valore della singola opera viene preferita la visione di insieme. Non vi è un ordine né cronologico, né di merito. Le sculture e i frammenti lapidei sono montati su basi in legno povero, senza orpelli. Un luogo senza tempo, dove due cariatidi dello scultore toscano del trecento Tino di Camaino convivono con una monumentale testa felina campana del IV secolo.

Salvatore Romano era nato a Meta di Sorrento, vicino a Napoli, nel 1875 ed era figlio di un Capitano di Marina. La folgorazione per l’antichità gli era venuta a Genova mentre studiava per diventare, nella tradizione familiare, marinaio a sua volta. Tutti coloro che visitano il museo non possono però non condividere la sua scelta di questo magnifico luogo come ultimo porto.
