La Casa Albero a Fregene

Casa Albero
Foto: Andy Tye, French+Tye via dezeen

A Fregene, nel 1968, gli architetti Giuseppe Perugini, sua moglie Uga De Plaisant ed il loro figlio Raynaldo (iscritto alla facoltà di architettura), comprarono un terreno per costruire la loro dimora estiva, dando così vita a un raro – e indiscutibilmente unico – caso di auto progettazione familiare.

Foto: Andy Tye, French+Tye via dezeen

Immersa nella pineta di Fregene, sollevata da terra e sorretta da travi e pilastri a vista, questa casa sembra sospesa tra gli alberi e ricorda un albero essa stessa. L’abitazione, infatti nota come Casa Albero (Casa Sperimentale o Villa Perugini), è un progetto sperimentale sia nella forma che nella scelta dei materiali, che rimandano a un’architettura brutalista. Non si trattava solo di un rifugio domestico dove la famiglia ha voluto testare un rapporto organico con la natura circostante, ma di una delle prime ricerche di un nuovo linguaggio architettonico, che proponeva una forma alternativa alla classica tipologia abitativa familiare.

La costruzione, in deciso contrasto con le abitazioni circostanti più tradizionali, colpisce fin da subito per la sua conformazione unica: la Casa, pensata con una struttura aperta ed infinitamente modulare, è realizzata in calcestruzzo grezzo, vetro e acciaio. La Palla, uno degli elementi più peculiari, una sfera di 5 metri di diametro concepita come appendice esterna, è a sua volta un esempio di struttura abitativa, forma perfetta e simbolo della compiutezza e della perfezione cosmica, attrezzata come una casa indipendente. I Cubetti, posti su diversi piani, sono idealmente ampliabili in maniera infinita secondo un concetto di modularità e ripetizione. Qui vi erano la camera da letto, il soggiorno, la cucina e i bagni.

Dopo la scomparsa dell’architetto Perugini, cui è seguita quella di sua moglie, la Casa è stata frequentata sempre meno da parte della famiglia, l’edificio ha iniziato a subire il passare del tempo, l’incuria e agli atti di vandalismo ne hanno danneggiano interni ed esterni. 

Tuttavia, proprio di recente, è stato ultimato il restauro di una parte dell’abitazione; inoltre, è stato intrapreso un percorso finalizzato alla piena valorizzazione del complesso. L’obiettivo è quello di rendere la Casa accessibile e utilizzabile per iniziative culturali compatibili con l’edificio. Un’ottima idea essendo la Casa Albero non solo un edificio fantastico e libero da costrizioni e vincoli, ma anche un esempio importante di come l’architettura possa non essere un’imposizione sulla natura circostante, bensì è una vera e propria integrazione di essa.

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