A breve compirà cinquant’anni e per me rimane sempre uno straordinario punto di riferimento, l’inesauribile fonte di energia e aggiornamento. È nata a due passi dalla Madonnina, in via Dogana 2, ma ora vive e lavora in zona Risorgimento, al 29 di via Pietro Calvi. Siamo a Milano, una Milano che lei ha visto evolversi moltissimo, soprattutto per ciò che le sta più a cuore: la storia delle donne.
Siamo passati dal modello femminile della letterina seminuda la cui unica virtù era la sessualità procace del corpo ad una sensibilizzazione sempre maggiore nei confronti dell’aspetto interiore, dello spirito, dell’intelligenza delle donne che, è incredibile dirlo, stanno ancora lottando per essere davvero al pari degli uomini. Lei lo fa in un modo estremamente preciso, che mi piace molto: non rivendica soltanto la parità con i maschi, ma, al contrario, riconosce l’importanza delle differenze tra donne e uomini, ne tiene in gran conto, le coltiva e le esercita attraverso pratiche di relazione, e l’attenzione alla poesia, alla letteratura, alla filosofia.
Sto parlando della Libreria delle donne, un’istituzione che fa parte della storia del nostro Paese, di Milano in primis. Ha un nome un po’ costretto, perché qui non si trovano solo libri, ma anche idee, persone da incontrare e conoscere, mani da stringere, caffè, vino da bere e alle volte vere e proprie cene, perché c’è anche una cucina, dedicata a Estia, la dea del focolare. E non c’è solo politica, ma anche poesia, letteratura, arte storica e contemporanea, pedagogia, vita, risate e talvolta può scappare qualche lacrima.
La Libreria delle donne è un luogo vibrante che ti fa vivere, perché ti fa pensare.