Lo studio casa di Turi Simeti

Giovanna Silva, Re-membering Turi Simeti, 2022. Courtesy l'artista e Fondazione Archivio Turi Simeti

Lo studio casa in cui Turi Simeti ha vissuto e lavorato per oltre trent’anni è da poco la sede dell’omonima Fondazione. Creata nel marzo 2022, ad un anno dalla sua scomparsa, all’età di 91 anni, la Fondazione si propone di raccontare l’artista e il suo percorso di ricerca all’interno di quello che è stato il suo studio, la sua casa, luogo di riflessione e di azione artistica.

Giovanna Silva, Re-membering Turi Simeti, 2022. Courtesy l’artista e Fondazione Archivio Turi Simeti

Lo spazio conserva intatto il modo di vivere di mio padre e di Essila Burello, la sua compagna anche lei scomparsa durante la pandemia. La dimensione di domestica autenticità si fonde qui con la funzione conservativa della Fondazione, acquisendo in parte l’identità della casa museo. Così, ad esempio, il tavolo da biliardo diventa un luogo della memoria, dove esporre le fotografie e cataloghi che raccontano la vita e la carriera dell’artista. Vittorio Cecchini, altrettanto appassionato di biliardo, così metteva in relazione il gioco e la pittura: “Il giocatore di biliardo deve vedere contemporaneamente un dettaglio e tutto lo spazio, deve intuire l’attimo giusto per il tiro e sentire tutto il tempo della partita. E poi c’è il silenzio. Come fare un quadro.” (F. Sardella, conversazione con Vincenzo Cecchini, in Vincenzo Cecchini, catalogo della mostra, Galleria Peccolo, Livorno, 2007, pp. 6-7).

L’ambiente si sviluppa lungo un grande open space, dove si affacciano due zone soppalcate. Sull’intera superficie delle pareti si rincorrono le opere dell’artista, tracciando le diverse fasi della sua pratica, a partire dai primi collage del 1961 fino agli ultimi lavori.

La visita offre una prospettiva unica per comprendere l’arte segnica di Turi Simeti; un’occasione per osservare una forma immobile e chiusa, che diventa generativa e dinamica nel corso del tempo e dello spazio.

Accanto ai lavori di Simeti si trovano quelli di amici e compagni di strada come Enrico Castellani, Giorgio Colombo, Franco Angeli, Grazia Varisco, Ernesto Tatafiore, Giuseppe Chiari, Alberto Garutti; ma anche vari lavori di artisti più giovani, in primis di suo nipote, mio cugino, Francesco Simeti e di amici come Andrea Sala.

Turi Simeti ed Essila Burello erano animati da una grande interesse rispetto alle nuove generazioni di artisti. Erano estremamente curiosi riguardo alla mia nascente galleria. La Fondazione intende coltivare questa curiosità e portare avanti un fecondo dialogo tra artisti di generazioni diverse tramite progetti specifici.

Il primo progetto ha visto coinvolta la fotografa Giovanna Silva che ho invitato a visitare lo studio di Turi poco dopo la sua scomparsa. Le foto sono state scattate in occasioni diverse, tra loro ravvicinate. Un centinaio di scatti offre uno sguardo incentrato sui dettagli. Ogni inquadratura è stata ripetuta, con una piccolissima differenza impercettibile dalla precedente, come se ogni immersione in questo spazio consentisse un diverso livello di approfondimento, una scoperta ogni volta nuova. Non ci sono visioni unitarie, ma particolari densi di racconto. “È stato più che immergersi in uno studio. È una casa, un’opera e una vita”. Ne è uscito un collage di frammenti spesso simili, immagini che riproducono lo spazio attraverso i pezzi di chi lo ha vissuto. Le foto di Giovanna Silva sono state esposte negli spazi della galleria, come progetto speciale ad un anno dalla morte di mio padre.

Altri progetti seguiranno nella casa museo in via Seneca. Visite su appuntamento.

La studio casa di Turi Simeti
Giovanna Silva, Re-membering Turi Simeti, 2022. Courtesy l’artista e Fondazione Archivio Turi Simeti

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