Nel segno del Barocco al Pio Monte della Misericordia

Pio Monte della Misericordia
Giovanni Bernando Azzolino, San Paolino che libera lo schiavo, 1626-1630 e Jan Fabre, La Rinascita della Vita, 2019. Pio Monte della Misericordia, Napoli

Al numero 253 di via dei Tribunali, lungo il decumano principale dell’impianto urbano della Napoli greca, è situata la cappella del Pio Monte della Misericordia. La piccola chiesa seicentesca a pianta ottagonale è nota per il capolavoro di Caravaggio Le sette opere di misericordia, posizionato sull’altare maggiore, che sintetizza magistralmente le finalità di assistenza e beneficenza dell’ente. Nelle cappelle laterali sono inoltre esposti dipinti di Battistello Caracciolo, Fabrizio Santafede, Luca Giordano, Giovan Vincenzo D’Onofrio e Giovanni Bernardino Azzolino che illustrano anch’essi le opere della misericordia cristiana.

Caravaggio, Le sette opere di Misericordia, 1606-1607, Pio Monte della Misericordia, Napoli

Con questi grandi maestri del Barocco napoletano e con gli stessi temi spirituali ha voluto misurarsi l’artista belga Jan Fabre, che nel 2019 ha donato in permanenza al Pio Monte quattro sue sculture intitolate La purezza della misericordia, La libertà della compassione, La rinascita della vita, La liberazione della passione realizzate con il corallo rosso proveniente dalle storiche manifatture di Torre del Greco. Il corallo è chiamato “oro rosso” per la sua preziosità e per la sua valenza apotropaica. Nelle sculture di Fabre la simbologia mitologica e quella cristiana si fondono insieme: l’elemento che fa da trait d’union e si ripete in ciascuna di esse è il cuore anatomico, un simbolo ricorrente nella poetica corporea dell’artista belga, che lo descrive in una pagina dei suoi Giornali notturni come un “organo coraggioso e appassionato”.

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