Non conosce l’Italia chi non ha mai bevuto uno spritz al tramonto in piazza delle Erbe. Siamo a Padova, la città universitaria dove Galileo Galilei, il padre della scienza moderna, visse e studiò liberamente (a Firenze no!), ma anche la città del grande storico latino Tito Livio.
La sua presenza in città è celebratissima, ma in nessun posto come a Palazzo Liviano, la sede della Facoltà di Lettere e filosofia progettata da Gio Ponti nel 1934, che ho visitato con i miei amici e colleghi Filippo Lotti, Francesco Morroni e Amedeo Porro.
Nell’atrio abbiamo posato davanti alla monumentale statua di Tito Livio, scolpita da Arturo Martini nel 1942 in un unico blocco di marmo di Carrara! Intorno a noi si intravedono gli affreschi di Massimo Campigli, che nel 1939 vinse un concorso contro Oppi, Sironi e Cadorin: rappresentano l’archeologia come fonte della cultura italiana.
Usciti di lì, a pochi passi, seicento anni prima Giusto de’ Menabuoi affrescò il Battistero del Duomo. È uno dei capolavori del Trecento italiano. Quanti lo conoscono? Padova che città meravigliosa!