Alle porte di Torino vi è un luogo dove paesaggio, storia e arte contemporanea convivono in straordinaria armonia, proprio secondo il principio che mi ha ispirato a co-fondare Italics. Si tratta de La Venaria Reale, grandioso progetto scenografico destinato al piacere e alla caccia commissionato alla fine del Seicento dai Duchi di Savoia e poi ampliato, una volta assunto dalla famiglia il titolo reale, da alcuni degli architetti migliori del tempo, tra cui Filippo Juvarra (1678-1736).
Oltre all’importante palazzo e al borgo, ne fa parte uno straordinario parco dove, nel 2007, è nato il Giardino delle Sculture Fluide di Giuseppe Penone, artista il cui lavoro ho la fortuna di conoscere da vicino e che non smette mai di stupirmi.
Emerso come grande protagonista dell’Arte Povera, movimento italiano di rilevanza internazionale nato alla fine degli anni ’60 sotto la guida dell’ormai leggendario curatore Germano Celant, Penone lavora da più di cinquant’anni investigando la relazione tra uomo e natura. Nel giardino della reggia abitano quattordici sue sculture, molte delle quali monumentali. Sembrano vivere in simbiosi con il paesaggio circostante, disegnando un percorso vitale e poetico incentrato sul tema, ricorrente nella sua ricerca, di quel dialogo infinito, che lo ha portato a esporre nei grandi musei di tutto il mondo.