Che la si incontri dopo aver oltrepassato il ponte che attraversa il Gran Canal di Murano, e dunque dall’imponente veduta absidale fatta di caldi contrasti cromatici tra pietra d’Istria e mattoni, o che si raggiunga da una calle interna la sobria facciata paleocristiana in stile ravennate, la Basilica dei Santi Maria e Donato non può che stupire.
E la meraviglia non cessa certo all’interno: attraversato con ossequiosa riverenza il mosaico pavimentale, di una ricchezza cromatica scaturita dalla policromia di tessere marmoree e pasta vitrea, e un’abbondanza di decorazioni paleocristiane – che ricorda la pavimentazione della Basilica di San Marco – raffiguranti deliziose figure vegetali, come racemi e fiori, e animali, tra cui pavoni e aquile, tratte per lo più dalla Bibbia, lo spettatore rimane estasiato dal dominante mosaico vitreo del catino absidale, del XII secolo. Questo rappresenta una Madonna orante su fondo oro, che subito rimanda a quella appena precedente di Torcello, bizantina, della Chiesa di Santa Maria Assunta.

Segnalo sempre all’interno due “giovani” curiosità: un Cristo in croce a grandezza naturale, realizzato in vetro a mano volante dal Maestro soffiatore Ermanno Nason (1928–2013) e un originale candeliere, sempre in vetro (…d’altronde, siamo pur sempre a Murano!), realizzato intorno agli anni ’70 da Luciano Vistosi (1931–2010) che, guarda caso, aveva il suo studio proprio a pochi passi dalla Basilica.
Nel campo fuori il Duomo è infine da notare la bellezza romanica del campanile, una torre sezionata in tre ordini con una cella campanaria alla sommità, e l’adiacente Monumento ai Caduti, realizzato più recentemente (nel 1927) da Napoleone Martinuzzi (1892–1977), nato come architetto ma divenuto poi famoso per i progetti dedicati alla produzione muranese.
