In una giornata afosa abbandoniamo la costa e il suo brusio per addentrarci nell’entroterra abruzzese e dirigerci verso le montagne. In poco più di un’ora si raggiunge la piana di Campo Imperatore, luogo mistico e spirituale, racchiuso come uno scrigno tra le cime rocciose del Gran Sasso. È un paesaggio aspro e brullo, terra di pastori, che ci mette davanti e lascia spazio solo alla meraviglia e alla contemplazione. Non a caso anche Ettore Spalletti amava passeggiare qui, circondato solo dal vento.
Un punto di osservazione privilegiato è sicuramente Rocca Calascio, piccolissimo borgo medievale fortificato nel 1500 dalla famiglia Piccolomini. Il paese è sovrastato dall’omonimo castello, uno dei più belli al mondo dicono, e non stentiamo a crederlo. Diversi set cinematografici sono stati ambientati qui, ricreando atmosfere sia western che fantasy, fino a Il nome della rosa del regista Jean-Jacques Annaud. Quattro torri di avvistamento circondano il torrione centrale e, da una di queste, una finestrella mira direttamente alla piccola Chiesa di Santa Maria della Pietà, ai piedi del castello.
Nata come edicola votiva dopo uno sventato attacco di briganti, ha una pianta ottagonale e segue lo stile del Brunelleschi e del Bramante. Conosciuta anche come “la chiesa solitaria”, basta guardarsi intorno per capirne il motivo: si scorgono lontani nella vallata i primi insediamenti e, a fine giornata, solo le ombre lunghe a disegnare il paesaggio con mille chiaroscuri.